Nasce il 26 novembre 2012, all’interno del mercato ittico di Pozzuoli, uno sportello anti-racket e anti-usura. Dotato di numero verde, lo sportello, consente ad imprenditori e commercianti dell’area flegrea, vittime di minacce da parte della camorra, di poterle denunciare e di trovare l’aiuto e l’assistenza di professionisti specializzati. La scelta di collocarlo all’interno di quello che è il 3° mercato d’Italia in ordine di fatturato, ha un esplicito valore simbolico. Infatti, nel 2003, il mercato ittico puteolano ha vissuto momenti di tensione e di particolare attenzione da parte della magistratura.
Ma, proprio da allora, è cominciata un’azione decisiva che ha portato ad una “pulizia” nel territorio. Oggi, più che mai, Pozzuoli è teatro di grandi interessi nazionali e internazionali, per cui la minaccia della camorra è un pericolo più forte di quel che si crede. A sottolinearlo è il sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia, il quale aggiunge che per scongiurarlo: “È necessario cominciare a parlarne, soprattutto nelle scuole.” All’inaugurazione, erano presenti, infatti, molti studenti delle scuole elementari, medie e superiori.
Proprio insieme agli Istituti scolastici, al alla gente comune ed al mondo della Chiesa, si può avviare, ne è convinto il primo cittadino puteolano, un percorso di cambiamento. “Ci batteremo contro le prevaricazioni che questa città ha subito in passato” conclude “E lo faremo solo nell’interesse delle nuove generazioni e della città.”
Presenti all’inaugurazione anche Luigi Cuomo, coordinatore nazionale SOS impresa e presidente della Nuova Quarto Calcio per la Legalità, Lorenzo Diana, presidente Rete per la Legalità, Franco Malvano, commissario regionale anti-racket e anti-usura, Gabriella D’Orsi, dirigente ufficio anti-racket e anti-usura della prefettura di Napoli, e don Fernando Carannante, Vicario Episcopale della Carità. Intervenuti per dichiarare la funzione positiva dello sportello e quanto sia indispensabile “Operare insieme per sconfiggere questa piovra che si insinua nella società”, come afferma don Fernando. Ormai, la camorra, tende sempre più a farsi impresa, ma ciò non arricchisce nessuno. Soprattutto non giova alle nuove generazioni che, anzi, vedono messo in pericolo il loro futuro.
Le forze dell’ordine e la magistratura, che da anni si battono contro la camorra, nonostante il notevole impegno, da sole non ce la possono fare. Occorre, senza dubbio, la collaborazione della parte sana della società. Il protagonismo della gente per bene, unito all’opera di istituzioni, associazioni e Chiesa, può spazzare via la criminalità organizzata dal territorio. Se manca, non si può far nulla. Questo è il messaggio lanciato oggi da Luigi Cuomo. “Uno dei maggiori alleati della camorra” aggiunge “È il silenzio.” Il muro dell’omertà va abbattuto e lo sportello anti-racket è un o dei mezzi con cui farlo. La Chiesa e le associazioni svolgono un ruolo insostituibile nel dare speranza e ascoltare chi ha un dramma dentro e da solo non riesce a ribellarsi.
Lorenzo Diana, che ha cominciato la sua militanza politica in un territorio dove parlare di legalità è difficile, a Casapesenna, vicino Casal di Principe, dice: “Siamo noi, con il nostro agire, a segnare la differenza fra un territorio e un altro.” Un invito dunque ad una presa di coscienza da parte della popolazione, per far capire che una battaglia dura, come quella alla camorra, la si può vincere solo tutti insieme.