Carceri e diritti umani negati. La situazione è al collasso, il ministro Severino non ha soluzioni. Monti, no all’amnistia, sì alla riorganizzazione della giustizia.

Old jailChe le carceri italiane siano al collasso è noto ormai da decenni e non sono bastati gli indulti a migliorare la situazione. Le ultime amnistie sono state concesse col D.P.R. 18 dicembre 1981, n. 744 e col D.P.R. 16 dicembre 1986, n. 865, poi ci sono stati solo indulti con quello del D.P.R. 22 dicembre 1990, n. 394 ; Legge n. 207, 3 agosto 2003 cosiddetto indultino; l’ultimo con la Legge n. 241, 31 luglio 2006 . Ricordiamo che, l’amnistia estingue il reato, come se non fosse stato commesso, mentre l’indulto estingue solo la pena pertanto non comporta una sentenza di assoluzione.

I 7 detenuti del carcere di Busto Arsizio e di Piacenza sono dovuti giungere fino alla Corte europea dei diritti umani per far valere il loro diritto ad una detenzione dignitosa vedendo riconosciute le loro denunce con la condanna allo Stato Italiano di 100 mila euro per questa violazione. La Corte europea, ha già ricevuto oltre 550 ricorsi simili, pertanto ha richiesto all’Italia la risoluzione della questione carceri entro un anno altrimenti scatteranno procedure analoghe a quella già presa per i 7 detenuti capofila.

Attualmente sono circa 66 mila i detenuti nelle carceri italiane dove spesso in una cella inferiore a 3 metri quadri, vi alloggia il doppio delle persone per le quali era stata predisposta. La coabitazione in questo micro-spazio, unito al già ristretto regime personale, lesiona anche ciò che rimane della dignità personale del detenuto, esposto ai suoi compagni in ogni aspetto della vita carceraria.

Il Ministro Severino dichiarandosi avvilita per la situazione carceraria, di fatto dichiara l’impossibilità a risolvere il problema nonostante il provvedimento che prevede ingressi in carcere per soli due-tre giorni e l’allungamento della detenzione domiciliare da 12 a 18 mesi. Il costo del mantenimento dei detenuti per i contribuenti, è di 4,5 miliardi di euro all’anno, circa 70 euro pro capite.

Secondo i dati Istat, un detenuto, costa allo Stato 70 mila euro all’anno. Gli appelli del Papa e del Presidente della Repubblica indicano in una amnistia la risoluzione temporanea del problema-carceri che porterebbe un risparmio di 1,2 miliardi di euro allo Stato. La Lega Nord opponendosi, è ferma sulla posizione della costruzione di nuove strutture più che la liberazione dei delinquenti.

La situazione carceraria include anche donne e bambini nati in carcere o costretti a soggiornarvi a causa della madre detenuta. Anche in questi casi il sovraffollamento esiste ed è critico, dove a pagare un conto salato sono i bambini.

In una lettera indirizzata a Marco Pannella, il Presidente del Consiglio dimissionario Mario Monti sostiene che all’amnistia è preferibile una “depenalizzazione” per alcuni illeciti. Rispondendo alle sollecitazioni dell’esponente radicale, reduce da un lungo sciopero della fame, Monti indica quale soluzione al problema del sovraffollamento, la costruzione di carceri, una “profonda riorganizzazione” della giustizia e la “responsabilizzazione dei magistrati” sui tempi dei processi.

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