Il 24 gennaio il titolo del Monte dei Paschi di Siena chiude ancora in ribasso con il -8,19%: cresce il timore di perdere i propri risparmi per tutti i possessori dei titoli azionari della banca MPS, che in due giorni ha ceduto oltre il 20% scambiando oltre il 7% del capitale.
A Piazza Affari, il 23 gennaio, il titolo è precipitato in seguito allo scandalo dei “contratti derivati” e l’annuncio delle dimissioni dalla guida dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana) del presidente Giuseppe Mussari. Il titolo MPS, che in un primo momento è stato sospeso per eccesso di ribasso, ha chiuso a fine giornata a -8,43%.
Le dimissioni di Mussari sono state maturate in seguito alla pressione mediatica creata intorno al gruppo senese di cui Mussari era il presidente, coinvolto nello scandalo per aver firmato, nel periodo in cui era il numero uno del gruppo, contratti derivati, che avrebbero generato perdite non contabilizzate negli esercizi di competenza 2008-2009.
La Banca d’Italia si è espressa sulla vicenda precisando che “la vera natura di alcune operazioni riguardante il Monte dei Paschi di Siena riportate dalla stampa è emersa solo di recente a seguito del rinvenimento di documenti tenuti celati all’Autorità di Vigilanza e portati alla luce dalla nuova dirigenza di MPS”.
Fabrizio Viola, amministratore delegato del MPS, ha voluto chiarire le polemiche che hanno interessato il gruppo anche per l’uso dei Monti-bond, spiegando che “sono delle obbligazioni emesse dalla banca e sottoscritte dallo Stato e che la banca s’impegna al rimborso fino all’ultimo euro di questo prestito” ha inoltre smentito l’ipotesi di una “nazionalizzazione”.
Giunge, infatti, da quasi tutti i partiti, l’accusa al Governo Monti di aver finanziato la banca con un prestito di circa 4 miliardi di euro, che per puro caso coincide con la somma incassata con l’IMU.
L’organo di Coordinamento Rsa (Rappresentanza sindacale aziendale) FABI del gruppo MPS ha dichiarato: “Diciamo da più di un anno che le responsabilità del passato coinvolgono un’intera classe dirigente a cominciare dalla politica che attraverso gli enti locali nominava la maggioranza del Consiglio d’Amministrazione della Fondazione, principale azionista”.
Lo scandalo MPS ha portato ad un continuo rimpallo di accuse e responsabilità, che in questo periodo di campagna elettorale si amplificano e ripetono come un’eco. Nel mirino ci è finito il favorito alle prossime elezioni, il segretario del PD Bersani, che il 24 gennaio ospite ad Agorà su Rai Tre ha replicato che il PD non c’entra nulla con il caso derivati che sta investendo il MPS perché “il PD fa il PD e le banche fanno le banche”. Ha ricordato che il PD “ha sempre avanzato proposte di limitazioni drastiche dell’uso dei derivati” aggiungendo anche che quando era al Governo ha introdotto la portabilità dei conti bancari, andando contro la posizione delle banche.
FOTO: Presidente Mario Monti e l’ex presidente Giuseppe Mussari