Tra rifiuti e roghi tossici: catastrofe ambientale in Campania. Ed è rischio tumori. Intervista ad Angelo Bonelli, presidente dei Verdi.

Angelo Bonelli“Hai mai visto Bormida? Ha l’acqua color del sangue raggrumato, perché porta via i rifiuti delle fabbriche di Cengio e sulle rive non cresce più un filo d’erba.”. Così scriveva il Partigiano scrittore Beppe Fenoglio nella sua raccolta di racconti “Un giorno di fuoco”.

Cos è Bormida? E’ ovviamente un fiume, del Piemonte e della Liguria, tristemente noto anche per il suo alto tasso di inquinamento. Tra le fabbriche inquinanti di Cengio, in provincia di Savona, una in particolare è stata causa di disastro ambientale, l’Azienda Coloranti Nazionali e Affini: l’A.C.N.A. era un’industria chimica italiana, attiva esclusivamente nel Nord Italia tra il 1929 e il 1999, ma che a causa della commistione tra criminalità e Stato, ha finito per inquinare parte del territorio della Campania.

A Napoli c’è anche la questione rifiuti. Angelo Bonelli, Presidente dei Verdi dal 2009, risponde alle nostre domande.

Rifiuti in strada tra Napoli e provincia. I Verdi hanno lanciato l’allarme, ma ancor prima hanno chiesto una soluzione i cittadini e le associazioni sul territorio. Vivremo ancora una campagna elettorale sulla questione rifiuti?

“Purtroppo non sarebbe la prima volta che qualcuno decide di fare campagna elettorale speculando sui rifiuti di Napoli. Abbiamo ancora tutti ben presenti le immagini di Berlusconi che, scopa alla mano nel centro storico, posava ad uso e consumo dei fotografi o le innumerevoli conferenze stampa show per dire che tutto era risolto. Sono passati anni, ma il problema dei rifiuti in Campania è ancora lontano da una soluzione.”

Terra dei fuochi. Ancora si bruciano e riciclano rifiuti speciali a cielo aperto. Perché nulla è stato fatto?

“Il dramma della Terra dei Fuochi va portato all’attenzione delle istituzioni europee. Non si comprende come mai il Governo Italiano non sia stato in grado di affrontare e risolvere questo fenomeno drammatico che mette in pericolo la salute dei cittadini. Eppure, è circoscritto e molto evidente. È chiaro che manca la volontà di risolvere veramente questo dramma. Qualcuno dovrà rispondere di quella che possiamo definire oramai un disastro ambientale gravissimo. A Qualiano (Comune in provincia di Napoli, ndr), in un’assemblea con i comitati di cittadini ho chiesto un’indagine epidemiologica e il biomonitoraggio delle falde, dei terreni e degli alimenti. Lo abbiamo chiesto ai Ministri Clini e Balduzzi che ci sembra siano ancora troppo distratti e distanti dai problemi ambientali e dalla tutela della salute.”

A tal proposito proposito, uno studio del Ministero della Salute afferma che la Campania è la regione con la più alta mortalità per tumori, ma per il Ministro Balduzzi non esiste nesso tra smaltimento rifiuti e malattie. Il territorio è intossicato o no?

“In Campania esiste un’emergenza ambientale enorme che è sotto gli occhi di tutti, istituzioni comprese. Solo chi non vuole vedere non vede. Gli sversamenti illegali gestiti dalla Camorra, provenienti soprattutto dalle aziende del Nord, hanno provocato uno dei disastri ambientali più gravi del Paese, rispetto al quale non solo è necessario accertare la verità ma avviare immediatamente un’opera di bonifica per difendere la salute dei cittadini. I rifiuti tossici dell’Acna di Cengio, ad esempio, non sono finiti solo nella discarica Scafarea (discarica sita in Giugliano di Napoli, nella quale i Casalesi avrebbero sversato 800 mila tonnellate di rifiuti, in gran parte pericolosi, ndr) ma anche a Pianura come i Verdi denunciavano già dal 1998 (il percolato prodotto da questi sversamenti abusivi, circa 58 mila tonnellate secondo le indagini della Direzione Investigativa Antimafia di Napoli, ha già inquinato le falde acquifere utilizzate per irrigare i campi, contaminando raccolti, animali e persone, ndr). In Campania Camorra è sinonimo di ecomafia. Ecco perché è necessario che lo Stato si doti di strumenti legislativi più efficaci: i crimini contro l’ambiente devono diventare reati penali.”

In Campania la catastrofe ambientale è a partecipazione pubblica. Come tutelare il territorio?

“Innanzitutto bisogna aprire una stagione di bonifiche, che tante volte sono state annunciate e mai fatte. E’ questo il primo passo necessario da compiere per tutelare il territorio e rilanciarne l’economia e l’occupazione. Come dicevo in diverse occasioni abbiamo chiesto un’indagine epidemiologica e un biomonitoraggio delle falde, degli alimenti e dei terreni. Fino ad oggi non abbiamo avuto alcuna risposta da nessuna delle Istituzioni competenti.”

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