Ermanno Olmi, 81 anni, Leone d’Oro alla carriera 2008, ha celebrato con i suoi numerosi film il patrimonio storico-culturale italiano.
Il poetico regista di fama mondiale ha ricevuto, lo scorso 19 giugno, la laurea ad honorem in Scienze Umane e Pedagogiche dall’ Università di Padova, per “la sua azione di valorizzazione delle radici culturali, della memoria, delle tradizioni, della grande storia e dell’esperienza quotidiana e delle piccole cose.”
Bergamasco, di umili origini, legato alla tradizione contadina e alle radici cattoliche, si trasferisce a Milano da giovanissimo, per studiare all’Accademia di Arte Drammatica.
E’ lavorando alla Edison che inizia la sua produzione da regista, girando i primi documentari sulla produzione industriale, oggi testimonianza del mondo del lavoro anche nei suoi aspetti più intimistici.
Dopo i suoi primi lungometraggi Il tempo si è fermato del 1959 e Il posto del 1961, che ottiene il Premio della Critica alla Mostra del Cinema di Venezia, il film-biografia di Papa Giovanni XXIII E venne un uomo (1965) e altri successi, Olmi si afferma sulla scena internazionale con L’albero degli zoccoli (1978), descrizione della vita semplice di ambientazione rurale.
Ottiene il Leone d’Oro con La leggenda del santo bevitore (1988), basato sul libro di Joseph Roth e nel 2001 raggiunge l’apice della sua produzione con la pellicola storica Il mestiere delle armi, apprezzata in tutto il mondo, che si aggiudica 9 David di Donatello e il Golden Globe come miglior film.
Olmi ha dedicato la sua vita al cinema, alla realizzazione di capolavori specchio della realtà anche nei suoi lati invisibili. Ci ha fatto da narratore e da maestro, ha vestito i panni dello storico e indagatore del fenomeno umano, parlando attraverso le immagini del reale e del quotidiano, dello straordinario nelle piccole cose.