Martedì 16 luglio presso il PAN | Palazzo delle Arti Napoli di via dei Mille a Napoli, si è tenuta la presentazione del libro di Carlo Borgomeo “L’equivoco del Sud“. L’evento, organizzato dall’associazione MerQurio, ha posto l’accento su temi sociali e culturali partendo dai quesiti posti dallo stesso autore con la sua opera.
Perché il mezzogiorno non ce l’ha fatta? Perché il nostro paese continua a segnare un divario netto tra nord e sud, malgrado gli sforzi e l’azione del governo sia centrale che locale? Perché le risorse che sono state destinate a questo obiettivo non sono servite, rivelandosi addirittura controproducenti? Sono queste le domande a cui Carlo Borgomeo ha provato a rispondere nel suo libro, attraverso una lunga e articolata analisi delle diverse fasi dell’azione governativa, a partire dal 1950, quando il governo De Gasperi varò la legge istitutiva della “Cassa per le opere straordinarie di pubblico interesse del Mezzogiorno d’Italia”.
L’incontro è stato introdotto dal presidente dell’Associazione Merqurio, Salvatore Lange Consiglio, che ha evidenziato l’impegno dell’associazione nell’azione di stimolo del dibattito su temi sociali e di cittadinanza attiva, contesto culturale in cui la presentazione del testo di Borgomeo si inserisce perfettamente.
“Tutti sperano che il mezzogiorno possa risollevarsi, ma nessuno ci crede veramente. Questa la condizione psicologica su cui si innesta il dibattito sul Mezzogiorno – ha esordito Carlo Borgomeo nel suo intervento – la risposta alle domande che mi hanno spinto a scrivere questo libro non risiede certo nei mille luoghi comuni che spesso si sentono, ma tutto è da ricondurre ad una pessima politica che ha visto un unico momento di splendore, che risale agli anni 50, quando gli interventi per il Mezzogiorno erano decisi nel Mezzogiorno e strutturati in modo tale da dare vita a quella spinta -che, da sola, potrebbe essere risolutiva, rispetto a tanta parte dei problemi motivo del divario tra nord e sud. Dopo quel periodo la politica si è preoccupata solo di portare fondi dallo Stato per colmare il divario, senza investire su quelle che erano le vere potenzialità: capitale sociale, senso di comunità, risorse naturali, istruzione”.
Tra gli intervenuti Paola De Vivo, docente di politiche dello sviluppo all’Università Federico II di Napoli che ha sottolineato quanto “Il libro colma il vuoto di confronto e discussione sui temi legati al Sud ed è un punto di partenza per riaprire il dibattito. Bisogna andare oltre gli indicatori economici per leggere il divario tra Nord e Sud. Il nostro compito è quello di scovare nella debolezza delle istituzioni locali incapaci di valorizzare le risorse economiche”
Gianluca Daniele, segretario CGIL Napoli, intervenuto al convegno, ha evidenziato quanto il libro sia preciso nel disegnare i problemi che ci hanno condotto fin qui e la responsabilità che i governi hanno avuto ed hanno nell’aver creato l’enorme divario tra nord e sud, caratterizzato da un elevatissimo tasso di disoccupazione giovanile perennemente in crescita”. Per Daniele “al Sud come nel resto del Paese, il lavoro deve ritornare ad essere centrale nell’azione di governo, perché solo attraverso il lavoro un popolo può riappropriarsi di quel senso di dignità e di libertà che ad esso si accompagnano”.