Napoli, 31 luglio – Nei giorni scorsi è stata depositata in Cassazione, a Roma, una proposta di legge d’iniziativa popolare contro il gioco d’azzardo che prevede il divieto di tutti i giochi nei quali ricorre il fine di lucro. A formulare la proposta è stata Daniela Caprino Consigliere Comunale Italia dei valori di Aprigliano che ha così commentato: “Vogliamo dire no alla figura dello ‘Stato biscazziere’ e offrire una soluzione radicale a quello che è diventato un vero e proprio dramma per migliaia di famiglie”.
Il fenomeno non può essere infatti ignorato: sono, circa 800.000 i giocatori affetti da ludopatia (o gioco d’azzardo patologico), mentre quelli a rischio patologico ha raggiunto i 3 milioni di concittadini.
Il gioco d’azzardo comprende tutte quelle attività nelle quali la vincita consiste in denaro, ed il risultato dipende più dalla fortuna che dall’abilità del giocatore. Non a caso Publilio Siro scrisse “Il giocatore d’azzardo quanto più è bravo nel suo mestiere, tanto più è disonesto”. I giochi più diffusi sono le slot machine, le video lottery , lotto, superenalotto, scommesse sportive, poker, bingo e giochi on line.
Soprattutto in questi tempi di crisi, sono sempre più gli italiani che tentano la sorte sperando in un bel gruzzoletto, nulla di male ma l’importante è non esagerare. Quando il bisogno di giocare diventa una dipendenza si rischia di perdere il controllo della propria vita, poiché il giocatore impiega ogni energia e risorsa per la sua ossessione. Si tratta di una vera e propria malattia, e coloro che ne sono affetti spesso finiscono col perdere contatto con la realtà mettendo in secondo piano gli impegni di tutti i giorni. Altro problema è l’investire al di sopra delle proprie capacità economiche, spesso si finisce sul lastrico mettendo a repentaglio se stessi e la propria famiglia. Il giocatore d’azzardo sperpera tutto il proprio denaro e pur di continuare a giocare chiede prestiti accumulando debiti su debiti, talvolta rivolgendosi a persone poco raccomandabili.
Anche se la legge vieta tassativamente ai minorenni di giocare, i controlli non sono adeguati e ciò permette che sempre più adolescenti siano risucchiati dal vortice del gioco d’azzardo. Recenti studi svolti dal Dpa (Dipartimento politiche antidroga) della Presidenza del Consiglio dei Ministri hanno rivelato che, nel 2013 circa 1,25 milioni di studenti tra i 14 e i 19 anni sono stati interessati da questo fenomeno.
Il desiderio di cambiare vita, di arricchirsi facilmente, magari per porre rimedio a situazioni difficili, spingono il consumatore a riporre fiducia nella dea bendata. Ma non è altro che una speranza illusoria. Lo Stato sprona i cittadini a giocare bombardandoli di pubblicità attraverso i mass media e tappezzando tabaccherie e ricevitorie di “gratta e vinci”. Allo stesso tempo raccomanda alla popolazione di giocare in modo responsabile appunto per il rischio di dipendenze. Un comportamento ipocrita per far scivolare in secondo piano il fatto che è lo Stato ad avere il monopolio di queste attività e ad incassare gli introiti che provengono da denaro speso dai cittadini. In questo modo si alimenta una piaga che sta lacerando il tessuto sociale già profondamente colpito dal periodo di recessione economica.
Il primo passo per uscire dalla dipendenza è ammettere di avere un problema chiedendo aiuto a psicologi, centri specializzati ma soprattutto ai propri cari. E’ buona norma, per non cadere vittima di questo male, fare in modo che il gioco sia solo un passatempo cui dedicare quantità di tempo e denaro prestabilite, tenendo sempre a mente che una simile dipendenza porta alla rovina economica ed inevitabilmente esistenziale.
Mi auguro che la proposta di legge venga presto presentata in parlamento e approvata.
Colgo dall’articolo di Valeria Iannuzzi (Bello!) un ottimismo verso la soluzione del problema del gioco d’azzardo che mi sembra obiettivamente sbilanciato in quanto non non si tiene adeguatamente in considerazione quelle che sono le componenti ideologiche e la promozione raffinata che coinvolge la rete stessa di internet.
Se è giusto che lo Stato non debba essere “biscazziere” non comprendo perché i privati possano esercitare queste attività.
Il gioco d’azzardo deve essere probito per tutti e a tutti i livelli!