Il Napoli perde 2 a 0 contro la Roma capolista all’Olimpico e scende a meno cinque dalla vetta. Dato significativo sì ma fino a un certo punto dato che siamo all’ottava giornata e di punti in palio ce ne sono ancora novanta. I gol, entrambi di Pjanic, arrivano su due calci da fermo, punizione allo scadere del primo tempo e rigore (dubbio) a metà ripresa.
FORMAZIONI. La Roma recupera tutti e il Napoli deve fare i conti con l’infortunio di Zuniga che viene rilevato da Mesto che gioca a sinistra quasi per la prima volta in carriera. E con l’assenza di Higuiain che costringe Benitez a scegliere di nuovo Pandev prima punta. Nel corso del match usciranno per infortunio Totti, Britos e Gervinho. E, paradossalmente, è più il Napoli a soffrire le assenze.
TATTICA. In questo inizio di campionato tutti i commentatori hanno sottolineato l’imprescindibilità di Totti per la formazione di Garcia e quindi, quando è entrato lo spilungone Borriello al posto del capitano giallorosso, molti di noi hanno tirato un sospiro di sollievo. Perché Borriello è un centravanti vero e non un falso nove che torna indietro propiziando i tagli degli esterni come Totti. Ma a quel punto il faro della Roma è diventato Pjanic e non è un caso che il bosniaco abbia fatto una partita alla Totti in tutto e per tutto: tanti palloni giocati, tanti tocchi di prima e due gol da calcio piazzato.
TATTICA-2. Il Napoli per lunghi tratti ha giocato bene. E giocare bene a calcio contro una Roma così ben messa è senza dubbio un merito, soprattutto all’Olimpico. A fine gara avrà circa 10 punti percentuali di possesso palla di più rispetto all’avversario, giocando in trasferta lo ribadiamo, e lo stesso numero di occasioni gol. E diciamo anche che consultando tutte le statistiche classiche di fine gara nessuno di buon senso immaginerebbe un punteggio con due gol di scarto.
OCCASIONI. E’ il discorso più banale del mondo e, questa volta, ci pare anche l’unica spiegazione ragionevole della sconfitta: le occasioni sprecate si pagano a questo livello. Prima Pandev si lascia ipnotizzare da De Sanctis che rimane in piedi fino alla fine chiudendogli quanta più porta possibile e poi Insigne colpisce il palo quasi a porta vuota. E anche un paio di conclusioni di Hamsik e Inler scheggiano i legni della porta giallorosa.
HAMSIK. Il talento immenso dello slovacco ieri non si è visto, come da un po’ di tempo a questa parte. Marek è un giocatore che non si discute, né oggi né mai, eppure, ieri, una volta ancora, non è riuscito a dare la sua impronta in una partita che conta. E, come lui, tutto l’attacco.
HIGUAIN. E’ zoppo. C’è poco da aggiungere. Perché un bomber da 40 milioni, elogiato da Capello, Mourinho, Benitez e tanti altri, non è quello di ieri. Dopo il gol al Milan si è spento e speriamo che la musichetta di Champions martedì lo carichi di nuovo.