Roma, 19 ottobre – La Corte di appello di Milano ha rimodulato la sentenza di interdizione dai pubblici uffici nei confronti di Silvio Berlusconi nella causa Mediaset, abbassandola da 5 a 2 anni. La rimodulazione era stata chiesta dalla stessa Corte di Cassazione, che lo scorso 1 agosto ha condannato l’ex premier e leader del popolo della libertà a 4 anni di reclusione (di cui 3 coperti da indulto) per il reato di frode fiscale.
I legali di Silvio Berlusconi, annunciano un ulteriore ricorso in Cassazione contro la sentenza di oggi, per diminuire ancora la pena di interdizione dai pubblici uffici da 2 ad un anno, considerando anche il fatto che Berlusconi è incensurato e sollevando un dubbio di legittimità sull’applicazione della legge Severino. Alla fine del processo, Ghedini, uno degli avvocati di Berlusconi, si esprime sull’esito: “Si basa su una sentenza ingiusta. C’erano ragioni per non applicare la misura interdittiva e si doveva aspettare la Corte Costituzionale e risolvere il problema della sovrapposizione tra la legge Severino e l’interdizione”.
I rappresentanti del Pdl esprimono tutto il loro calore nei confronti del leader.
“Ho sentito al telefono Berlusconi – ha dichiarato il vicepremier Alfano – Il nostro leader è forte e determinato come sempre. Siamo tutti con lui, impegnati, oggi più che mai nella ricostruzione di un centrodestra, moderno, competitivo. Il nostro progetto va avanti e non sarà toccato da una sentenza che non priverà un leader del suo popolo e quel popolo del proprio leader”.
Ora si attende il risvolto politico della vicenda, cioè la decisione della Giunta per le Elezioni del senato riguardo la decadenza del Cavaliere dalla carica di Senatore. La decisione è attesa per il 29 ottobre.