Il primo gesuita salito al soglio papale il 13 marzo del 2013, giunto “dall’altra parte del mondo”
Il primo anniversario del suo pontificato Papa Francesco lo trascorrerà in ritiro spirituale presso la Casa del Divin Pastore ad Ariccia insieme a cardinali e vescovi. Il ritiro per gli esercizi spirituali Quaresimali proposti da monsignor Angelo De Donatis parroco della parrocchia romana di San Marco Evangelista al Campidoglio è iniziato il 9 marzo e terminerà il 14 marzo.
Prima del ritiro durante il quale sono sospese tutte le udienze, l’annuncio del cardinale di New York Timothy Dolan sull’intenzione del Papa di voler studiare le unioni gay per comprendere la legalizzazione delle unioni civili da parte di alcuni Stati.
Il gesuita che il 13 marzo del 2013 è salito al soglio papale giunto “dall’altra parte del mondo” non finisce di stupire con il suo dimostrarsi vescovo dell’umanità, rifuggendo dalle agevolazioni del suo “status” per un più rigoroso e sobrio stile di vita.
L’anno trascorso è stato denso di avvenimenti, primo tra tutti l’eccezionalità nella sua unicità in tutta la storia della Chiesa della presenza di due Papi in San Pietro, l’uno dimissionario ovvero Papa Benedetto XVI e l’altro eletto Papa Francesco. Di questo straordinario evento Bergoglio commenta dicendo che: ”Siamo fratelli, preghiamo insieme”. Due personalità differenti eppure carismatiche ognuno dei quali ha ricevuto il difficile compito di guidare il popolo dei fedeli.
Papa Francesco riporta l’accento sull’essere pastore dei suoi fedeli, cercando il contatto con loro nonostante il protocollo, parli di sé più come vescovo che non come papa-autorità.
Le sue azioni e le sue frasi resteranno nei cuori degli uomini più che negli archivi storici perchè sono rivolte all’uomo ed alla comprensione delle sue disgrazie. Egli esorta ad aprire i conventi affinché ospitino i migranti, l’apertura alle donne che hanno abortito e pentite, il voler comprendere le diversità ben riassunta nella frase del 29 luglio espressa nel viaggio di ritorno dal Brasile: “Chi sono io per giudicare i gay?” Di famiglia e dei suoi problemi si è discusso in due Sinodi affrontando le difficoltà del fallimento dell’unione, lasciando irrisolto il nodo dei divorziati e risposati.
Non lesina colpi neanche all’istituzione clericale quando ad Assisi pronuncia la frase: ”La Chiesa si spogli della mondanità, un cancro che uccide” oppure nel concistoro del 22 febbraio scorso quando pronuncia che la Chiesa non è una corte e bisogna evitare gli intrighi.
Lo scopo della Chiesa viene espresso il 24 novembre con l’uscita del manifesto programmatico “Evangelii gaudium” l’esortazione apostolica in occasione delle celebrazioni per la conclusione dell’anno della fede del 2013. In questo manifesto viene espressa la necessità dello stato permanente di missione della Chiesa, povera e per i poveri, uscendo per le strade facendosi ospedale da campo e aprendosi alle periferie, liberandosi dagli impedimenti procedurali dei clericalismi.
Nella sua prima enciclica Lumen Fidei del 5 luglio 2013 Papa Francesco parla della luce della fede, indicando che la fede non è intransigente ma cresce nella convivenza che rispetta l’altro rendendo il credente umile e la sua sicurezza rende possibile la testimonianza ed il dialogo con tutti, perché la fede non è una verità che si può imporre.
Nel primo anno di pontificato Papa Francesco oltre allo sguardo verso il mondo ha iniziato una radicale revisione interna istituendo una commissione mondiale di monitoraggio sugli abusi dei preti sui bambini. Ha avviato la riforma della Curia per scardinarne il potere centrale, mediante la riscrittura della sua costituzione la Pastor Bonus affidata agli otto cardinali del consiglio. Anche nel settore economico finanziario ha dovuto affrontare non pochi grattacapi, procedendo con il riassetto dello Ior, la banca vaticana e dell’Apsa (Amministrazione Patrimonio Sede Apostolica), iniziando la creazione di un ministero della Finanza che risponderà direttamente al Pontefice, al fine di continuare un cammino verso la trasparenza economico finanziaria.
La tecnologia non spaventa il santo padre che cita Internet come dono di Dio, utilizzando Twitter con circa 2milioni e 500mila follower, mentre si concede per uno scatto anzi un selfie con un gruppo di ragazzi che diventa la foto più cliccata sul web.
Un anno che ha reso Bergoglio sempre più popolare anche ai non credenti ricevendo numerose attestazioni di stima per giungere al Time che lo ha dichiarato “uomo dell’anno 2013”. Ma Bergoglio rifugge da ogni clamore e notorietà facendo dell’apostolato e del servizio verso il prossimo il suo punto forte, sollecitando gli uomini alla conversione del cuore, ben concretizzata nell’espressione di San Paolo: “Con il cuore si crede” (Rm 10,10) utilizzata anche nella sua enciclica.