Sta impazzando una nuova moda nel continente americano: istruire i più piccoli al poligono. Le armi usate però sono vere
Arizona – Bambina di 9 anni uccide, per sbaglio, il suo istruttore d’armi. Era già il secondo tiro della ragazzina, quello che si è dimostrato fatale per il trentacinquenne Charles Vacca. Le stava insegnando come sparare al poligono. Era dietro di lei, quando la piccola ha inavvertitamente premuto il grilletto. L’uomo è stato colpito alla testa dal rinculo dell’arma. Inutile la corsa in ospedale. Charles non ce l’ha fatta.
La risposta degli Usa al tragico incidente: un folle invito per le mamme americane a far giocare i figli con pistole e fucili. Due giorni dopo la morte di Vacca in Arizona, la Lobby delle armi, appartenente alla National Rifle Association, ha propagandato “i 7 modi in cui i bambini possono divertirsi al poligono di tiro”. Un nuovo intrattenimento che tira fuori la violenza degli ormai superati videogiochi e la ripropone in un formato ancor più reale.
Non è purtroppo l’unico caso di morte provocata da un bambino armato negli Usa. La piccola Caroline Sparks, due anni, fu colpita al petto dal fratellino, che imbracciava un fucile regalatogli dai genitori. E’ accaduto nella contea rurale di Cumberland, lo scorso aprile. A nulla è servito il tempestivo soccorso: Caroline arrivata in ospedale è stata dichiarata morta.
Il continente che vieta gli ovetti Kinder fa imbracciare fucili. “Le sorprese Kinder potrebbero contenere oggetti piccoli che, se ingeriti, rischiano di soffocare un bambino”: motivo per il quale gli americani tutelano i propri pargoli dalla famosa marca di cioccolato. Tuttavia non sembra destare alcun malumore la proposta della Lobby di creare eserciti di bambini deviati e violenti. Tra i “7 suggerimenti”: usare bersagli a forma di animali o zombie, per non annoiare i più piccoli e non far decadere le loro fantasie omicide con il “noioso poligono a cerchi concentrici”.
La Keystone Sporting Arms ha aperto nel 1996. Inizialmente contava 4 impiegati ed una produzione di 4000 fucili l’anno. Nel 2008 la produzione è aumentata in maniera esponenziale fino a toccare i 70.000 con 70 dipendenti. La media di fabbricazione d’armi è dunque di 1000 esemplari per operaio. Adesso si sta specializzando nel settore delle armi per i più piccoli.
Stati Uniti amanti della detenzione di armi da fuoco. Sono circa 300 milioni le armi possedute da privati, in una popolazione che conta 315 milioni di abitanti: all’incirca una a testa e i bambini rientrano nel conteggio (ma se si prendono in considerazione gli armamenti militari, il rapporto supera abbondantemente l’1:1). 106 milioni sono pistole, un po’ meno i fucili (di essi 83 milioni a canna liscia. Caricabili a piombini o pallettoni ed usati per la caccia).
A deviare i più piccoli però sono sempre i grandi. Il turismo da armi ne è un chiaro esempio. Numerosissimi gli stranieri europei, asiatici e australiani. Uomini provenienti da nazioni in cui non esiste il “diritto ad essere armati”, fondamentale negli Usa, arrivano affamati di una nuova esperienza: dar sfogo alla proprio bisogno di violenza.