Rotoloni d’oro o mani bucate del Ministero della Difesa? Tanto paga Pantalone

L’Esercito italiano usa rotoloni di carta pagati a peso d’oro, 17 euro a rotolone per un totale di 34.300 euro per 2mila rotoloni

esercito italianoRoma, 5 gennaio – L’esercito italiano ha un occhio di riguardo per la pulizia, la Difesa infatti compra i rotoloni di carta a 17 euro l’uno. Secondo i dati riportati dalla Gazzetta Ufficiale il ministero della Difesa avrebbe acquistato 2mila rotoli di carta al prezzo di 34.300 euro, ossia 17 euro a rotolo. Tutto questo oltre che rientrare perfettamente nella legalità sarebbe anche un affare, il ministero infatti aveva stanziato 40.983 euro, ha quindi risparmiato ben 6mila euro.

La notizia viene ripresa dal “Messaggero”, la testata giornalistica che ha effettuato le analisi statistiche e le opportune verifiche dalle quali si ricava che alla gara d’appalto avrebbe partecipato una sola ditta, la stessa che ha voluto offrire lo sconto dei 6mila euro.

La spesa per i rotoloni d’oro effettuata  rotolodal ministero sembrerebbe inconcepibile ma Domenico Casalino, alla guida della Consip spiega al “Messaggero” che “Sono centomila gli impiegati pubblici che, quasi sempre senza preparazione professionale, possono fare acquisti per conto dei 32mila centri di spesa delle amministrazioni pubbliche italiane”.

E la domanda sorge spontanea. Ci chiediamo come sia possibile che degli incapaci possano gestire gli acquisti di un ministero e quindi gestire soldi pubblici se non ne sono all’altezza. Perchè gli incapaci che hanno consentito un tale sperpero di denaro pubblico non vengono rimossi dal loro incarico? E viene da pensare come questo sia solo uno dei tanti episodi che è giunto all’attenzione dell’opinione pubblica. E’ necessario che qualcuno paghi, e non solo il cittadino, anche per dare l’esempio.

La Consip, centrale acquisti nazionale della pubblica amministrazione, è impegnata proprio nel presidiare le gare di appalto riuscendo a far risparmiare, solo nel 2014, 8 miliardi di euro. Ma questa volta pare abbia fallito nella sua mission. In pratica in Italia, per evitare sprechi che degli incompetenti pagati con i soldi pubblici possono commettere, si va a costruire un’altra struttura pubblica, sempre pagata dal contribuente, che tenta di controllare lo sperpero di denaro pubblico realizzato da impiegati dello Stato incapaci.

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