Napoli poco orgoglioso all’Olimpico di Roma. La Champions si allontana. Lazio-Napoli 3-1.

Proprio nel momento più importante della stagione, il Napoli è calato vistosamente sotto tutti i punti di vista. Dal punto di vista atletico, si notano diversi giocatori ormai stanchi ed opachi; dal punto di vista mentale, quasi tutti i giocatori sembrano aver subito il classico contraccolpo psicologico dopo la batosta di Londra ed hanno mollato la presa.

Non risulta essere utile la buona prestazione occasionale di un giocatore piuttosto che un altro, servirebbe maggior concentrazione e maggior decisione per puntare agli obiettivi importanti. Il Napoli esce sconfitto dallo Stadio “Olimpico” di Roma sotto i colpi della Lazio, che in solitaria si piazza al terzo posto ed il team partenopeo vede sempre più da lontano il traguardo Champions League.

La formazione mandata in campo da Mazzarri è inedita: difesa a quattro con Campagnaro e Aronica esterni bassi e Cannavaro con Britos nel ruolo di centrali. Viste le squalifiche di Zuniga e Gargano, oltre all’assenza di Maggio per infortunio, il centrocampo è composto da Inler, Hamsik e Dzemaili; in attacco Pandev, Lavezzi e Cavani.

Reja schiera la miglior formazione possibile, mandando in campo un 4-2-3-1 con la sola punta Rocchi in avanti, supportato dagli esterni Mauri e Candreva, in cabina di regia Hernanes.

Primi minuti di gioco che trascorrono con un’attenta fase di studio di entrambe le squadre, poi al primo affondo, su indecisione della difesa partenopea, Rocchi serve in area Candreva che in diagonale trafigge De Sanctis. Siamo al minuto 8° ed il Napoli già è sotto.

Reazione rabbiosa degli uomini di Mazzarri, ma la formazione di casa si oppone con mestiere, chiudendo tutti i varchi. Le iniziative di Pandev e Lavezzi, creano apprensione alla difesa laziale, senza però essere pungenti in modo efficace.

Cavani non sembra essere il vero Matador. Solo al minuto 34°, dopo una fase di buon gioco azzurro, grazie ed un’invenzione di Lavezzi, che di tacco smarca in area di rigore Pandev, il Napoli giunge al pareggio proprio con il macedone che supera Marchetti.

Il Napoli sembra poter riuscire nell’impresa, ma i ritmi calano e dopo un rigore non concesso a Pandev per gioco falloso da parte della difesa di casa, si va al riposo sull’ 1-1.

Nella seconda parte di gara, si nota un Napoli leggermente più intraprendente, che da subito alza il ritmo cercando il gol del vantaggio. La Lazio, ribatte colpo su colpo e si affida alle ripartenze. La difesa azzurra, talvolta lascia spazi pericolosi ed Inler non gioca come nel primo tempo, evidentemente affaticato.

Al minuto 67°, sfruttando un cross proveniente dalla sinistra, con una rovesciata da manuale del calcio, Mauri, deposita alle spalle dell’estremo difensore azzurro per il 2-1. Il Napoli sembra sciogliersi.

Le sostituzioni effettuate da Mazzarri, con Dossena al posto di Aronica e Vargas che rileva Pandev, per apportare energie fresche, non hanno l’esito sperato e la Lazio, al minuto 79° guadagna un penalty per fallo di Britos su Rocchi in area di rigore. Dal dischetto si presenta Ledesma che non lascia scampo al Morgan nazionale.

La partita volge al termine con la formazione biancoceleste che controlla le sortite offensive partenopee e si rende ulteriormente pericolosa andando vicina al quarto centro.

La gara del Napoli, seppur giocata bene a sprazzi, è stata priva di orgoglio. I giocatori, forse già appagati dalla ormai certa qualificazione in Europa League e dalla raggiunta finale di Coppa Italia, hanno perso quella carica che li contraddistingueva qualche giornata fa.

La Champions League si allontana, la Lazio è sei punti più avanti e l’Udinese di Di Natale ci precede di tre punti. Per essere obiettivi, sarà davvero difficile, se non impossibile, centrare anche quest’anno la qualificazione alla massima competizione europea per club.

Non ci resta che sperare in un finale di campionato portato a termine con orgoglio ed in una finale di Coppa Italia con i fiocchi, per tentare di mettere in bacheca almeno un trofeo. Sarebbe il primo dell’era De Laurentiis. Incrociamo le dita.

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