Legato al clan dei Casalesi ospitò il boss Michela Zagaria durante la sua latitanza. Nel 2014 il suo nome appare nell’inchiesta sugli appalti per la ricostruzione dell’ Aqualia
Caserta, 17 marzo- Questa mattina i Ros di Napoli in collaborazione con i carabinieri di Casal di Principe, hanno eseguito, a Casapesenna, una misura cautelare a carico di Raffaele Cilindro, 50 anni, imprenditore edile originario di San Cipriano d’Aversa. Dalle indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli (pm Giuseppe Borrelli, Catello Maresca e Maurizio Giordano) è emerso che l’imprenditore avrebbe favorito la latitanza del boss Michele Zagaria appartenente al clan dei Casalesi.
Associazione per delinquere di tipo mafioso, questa l’accusa che pende sul capo di Raffaele Cilindro. Secondo gli inquirenti, Cilindro, avrebbe partecipato direttamente alle attività del clan camorristico versando periodicamente ingenti somme di denaro, mantenendo i contatti tra gli affiliati e sopratutto ospitando nella propria abitazione Michele Zagaria durante la sua latitanza. Inoltre l’imprenditore casertano avrebbe addirittura accompagnato il fratello del boss, Pasquale, ad un summit di camorra.
Alle intercettazioni telefoniche e ambientali, raccolte durante le indagini, si aggiungono anche le dichiarazioni di due collaboratori di giustizia ex affiliati alla fazione Zagaria. Si tratta di Attilio Pellegrino, cassiere del clan dal 2010, e di Massimiliano Caterino uomo di fiducia del capoclan, incaricato di mantenere i rapporti con gli imprenditori di Casapesenna.
Le indagini hanno inoltre documentato frequenti viaggi a Venezia apparentemente organizzati per trascorrere serate in compagnia di altri imprenditori e affiliati, al Casinò, ma in realtà erano finalizzate a riciclare denaro per conto del clan.
Nell’ambito dell’operazione sono stati sequestrati beni mobili e immobili nella disponibilità diretta e indiretta di Cilindro e delle società a lui riconducibili per un valore di circa 1,5 milioni di euro.
Il nome di Raffaele Cilindro comparve già nel 2014 nell’ambito dell’inchiesta sulle infiltrazioni dei casalesi negli appalti per la ricostruzione di l’Aquila dopo il terremoto, che portò all’arresto di alcuni imprenditori che operavano nel capoluogo abruzzese, ma all’epoca Cilindro non era indagato.
FOTO: tratta da adnkronos.com