Sarro si dimette dalla commissione Antimafia, Rosy Bindi apprezza

Il deputato di FI è accusato di turbativa d’asta nell’ambito di un’inchiesta sulle presunte infiltrazioni camorristiche nella pubblica amministrazione del casertano. La Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera ha avviato l’esame della richiesta di arresto per il deputato

Carlo SarroRoma, 15 luglio 2015Rosy Bindi, comunica all’ufficio di presidenza della commissione Antimafia di aver ricevuto la lettera di dimissioni, da componente della commissione, da parte del deputato Carlo Sarro. È quanto si legge in una nota nella quale si precisa anche che l’ufficio di presidenza esprime apprezzamento per l’opportunità e tempestività della decisione.

In queste ore, la Giunta per le autorizzazioni a procedere ha avviato l’esame della richiesta di arresto per il deputato. La richiesta è stata avanzata dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo partenopeo, che coordina le indagini sulle presunte infiltrazioni camorristiche nella pubblica amministrazione del casertano. Indagini che ieri, nell’ambito dell’operazione denominata Sistema Medea, hanno portato all’arresto dell’ex sindaco di Caserta Pio Del Gaudio e di altri personaggi di rilievo del panorama politico campano (vai all’articolo).

Nelle scorse ore la presidente della commissione Antimafia onorevole Bindi, aveva affermato: “Mi auguro che l’on. Sarro valuti l’opportunità di presentare immediatamente le dimissioni dalla Commissione Antimafia. Da parte mia ho già scritto ai presidenti di Camera e Senato per sollevare la questione”.

Inoltre, Bindi aveva voluto commentare l’operazione Sistema Medea, dicendo: “Rappresenta un duro colpo al sistema affaristico e impreditoriale del clan dei casalesi. L’indagine dei Carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Caserta, coordinata dalla Dda di Napoli, mette a nudo la forza corruttiva del clan camorristico e conferma la sua capacità di penetrazione nei contesti più elevati della pubblica amministrazione e delle istituzioni. Appare inquietante il ruolo che avrebbero esercitato esponenti politici, non solo locali, nel pilotare appalti e nel garantire ingenti commesse pubbliche ad imprenditori contigui al boss Zagaria e che utilizzavano anche la copertura di una falsa associazione antiracket. Circostanza, questa, che conferma l’importanza e la necessità dell’inchiesta che la Commissione sta avviando sul mondo dell’associazionismo antimafia”.

Dura era stata anche la reazione del Movimento Cinque Stelle. “La richiesta dell’arresto del deputato Sarro – avevano scritto in una nota i componenti della commissione Antimafia del MoVimento 5 Stelle – per aver favorito il clan Zagaria traccia un quadro devastante in Campania: prima le mani sul gas, oggi sull’acqua. Proprio il Movimento Cinque Stelle aveva allertato l’Anac, attraverso un esposto del portavoce Luigi Gallo, sull’incompatibilità in qualità di commissario dell’Ato3, una gestione che aveva visto continui rincari a spese dei cittadini”. I Cinque Stelle parlano di “mani della politica sull’acqua”, poichè Sarro è commissario (dimissionario in queste ore) dell’Ente Ambito Sarnese Vesuviano, consorzio avente la maggioranza in Gori S.p.A e che si occupa della gestione della risorsa idrica nel territorio vesuviano ed in penisola sorrentina.

Dopo le dimissioni di Sarro dalla commissione Antimafia, i pentastellati chiedono a quest’ultimo di “lasciare la vice presidenza della commissione Giustizia e di rinunciare immediatamente all’immunità parlamentare così da agevolare il lavoro della magistratura, senza creare ostacoli”.

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