Il Governo dà il via libera a 12 inceneritori: 5 al Sud, 1 in Campania. Ma la Regione è contraria

Previsti dal decreto Salva Italia 12 nuovi impianti, di cui 5 al Sud e uno in Campania. L’ultima parola spetta alla Regione, che oltre ad aver cancellato la decisione di destinare l’area di Napoli Est ad un inceneritore, per ora si dice contraria

inceneritore vercelliIn Campania non ci sarà posto per nessun inceneritore. Almeno a sentire il presidente della Giunta regionale della Campania Vicenzo De Luca, che ha affermato: “Alla Campania non servono discariche e termovalorizzatori, ma solo impianti di compostaggio”. Ad informare della volontà del governo di costruire 12 inceneritori è stato ieri Ilfattoquotidiano.it, che ha svelato i contenuti del decreto attuativo dell’articolo 35 dello Sblocca Italia, a firma del ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti e inviato alle Regioni lo scorso 29 luglio.

Decisione quella del governo già a conoscenza della Regione Campania, che la scorsa settimana aveva manifestato la contrarietà all’opera scegliendo di cancellare la destinazione di Napoli Est come possibile luogo per l’impianto e aveva varato un nuovo piano rifiuti pubblicato sul Burc (la gazzetta ufficiale di palazzo Santa Lucia). Piano inviato a Roma, che poi sarà inoltrato a Bruxelles con la speranza di una riduzione della multa inflitta all’Italia per il mancato rispetto della Direttiva rifiuti (vai all’articolo).

A spiegare la diversa veduta tra governo e Regione è stato il vicepresidente della Campania Fulvio Bonavitacola, che ha affermato: “Noi abbiamo realizzato il piano da inviare all’Europa tenendo conto della situazione reale e studiando i dati”. Sempre da quest’ultimo viene ribadito che il piano varato si basa su cifre più aggiornate rispetto a quelle valutate dal ministero. Nel documento approvato dalla Giunta e pubblicato sul Burc, la Regione precisa le cifre fornite dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale): secondo palazzo Santa Lucia, la percentuale di raccolta differenziata del 2014 non sarebbe, come sostenuto dall’Istituto per la protezione ambientale del 47,6%, ma del 48%. Una differenza piccola, ma rilevante ai fini dei conteggi necessari per decidere le necessità dei futuri impianti.

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