Ad oggi sarebbero nove i candidati a loro insaputa nelle liste della competizione elettorale, sette dei quali in “Napoli Vale”, lista a sostegno di Valeria Valente, candidata sindaco del centrosinistra
Napoli, 3 febbraio – L’indagine sui candidati a loro insaputa alle Elezioni Comunali di Napoli del giugno scorso è destinata ad allargarsi sempre più. È quanto emerge da ambienti investigativi della Procura di Napoli, che nelle prossime ore potrebbe notificare i primi avvisi di garanzia. Tra i candidati a loro insaputa non c’è solo Federica, la ragazza affetta da sindrome di down che ha scoperto di essere stata candidata nella lista Napoli Vale, a sostegno della candidata sindaco del centrosinistra Valeria Valente, quando si è vista recapitare a casa la lettera della Corte d’Appello in cui le veniva chiesto di presentare il rendiconto delle spese e dei contributi elettorali, pena una multa da 100mila euro (vai all’articolo).
Grazie al lavoro del nucleo di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza di Napoli coordinata dal pm Stefania Buda e alle acquisizioni di documenti avvenuta nell’ufficio elettorale di palazzo San Giacomo il cerchio si sta stringendo: sarebbero 351 i consiglieri comunali che non hanno presentato richieste di rimborsi all’ufficio elettorale della Corte d’Appello di Napoli. Di questi 200 sono sotto la lente della Procura perché rientrano in una fascia cosiddetta a zero voti, da 1 a 7 preferenze e quindi potenzialmente considerati candidati fantasma.
Ad oggi sono nove i candidati a loro insaputa. Il pm ha già ascoltato la prima testimone, l’avvocato Donatella Biondi. Questa ha riferito di aver incontrato Gennaro Mola, che la Valente ha spiegato essere il suo compagno. “Nelle scorse settimane – ha affermato la Valente – diverse persone candidate nelle liste a mio sostegno avevano contattato la mia segreteria per chiedere informazioni e aiuto su come andava fatta la rendicontazione delle spese elettorali. Essendo passati 7 mesi dalla campagna elettorale – ha proseguito – ed essendo il mio comitato ormai sciolto, è stato Gennaro, anche per le sue competenze professionali, ad occuparsi di incontrarle, una ad una, per consegnare loro il modulo prestampato sulla rendicontazione e dare indicazioni su come compilarlo, sia nel caso delle spese sostenute, sia nel caso delle spese non sostenute. È stato un atto di cortesia che per noi era anche un gesto doveroso”
In realtà però l’avvocato Biondi non voleva informazioni su come andava fatta la rendicontazione, ma piuttosto sapere perché il suo nome si trovasse inserito in una lista elettorale, senza che lei ne sapesse nulla. “L’avvocato ha esposto a Gennaro il problema di essere candidata inconsapevole. Lui le ha detto che avrebbe cercato di raccogliere informazioni per aiutarla e che, nel caso, gliele avrebbe comunicate. Da allora non l’ha più sentita”, ha spiegato la Valente.
La vicenda dei candidati a loro insaputa è ancora tutta da chiarire. È probabile che l’attenzione possa spostarsi presto nelle sedi dei vari comitati delle liste civiche finite nel mirino degli inquirenti. Per ora i casi riguardano la lista Napoli Vale a sostegno della candidata sindaco del centrosinistra, Valente, la lista Pensionati d’Europa, che appoggiava il candidato sindaco del centrodestra, Gianni Lettieri, e la lista Terra nostra che appoggiava Marcello Taglialatela, candidato di Fratelli d’Italia.