Scuola, siglato il contratto sulla mobilità: cosa prevede l’accordo

L’accordo è stato respinto solo dalla sigla sindacale Gilda

In tarda serata del 31 gennaio è stato firmato il contratto di Mobilità del personale docente. L’ accordo è stato sottoscritto dalle associazioni sindacali di categoria del comparto scuola  Flc Cgil, Cisl, Uil Scuola e Snals-Confsal d’intesa con la neo ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli. Il sindacato Gilda è stato fermo nel dire il suo no alla sottoscrizione di tale accordo per “coerenza. Siamo stati in piazza contro la “Buona Scuola“, contro gli ambiti, la chiamata diretta, il licenziamento dei precari dopo 36 mesi ed ora non possiamo abbassare la testa. I colleghi hanno ottenuto qualche risultato ma non basta”.

Quali le novità introdotte dall’accordo mobilità? Viene ripristinata la titolarità di scuola obbligando i docenti alla permanenza ed evitando la precarizzazione introdotta con l’incarico triennale. Un peggioramento secondo il segretario della Gilda Scuola Rino Di Meglio: “Scelte le cinque scuole non si potrà più scegliere un comune ma un ambito senza sapere dove si andrà a finire e con degli ambiti troppo grandi e pensati a tavolino. E’ solo questione di tempo ma finiranno tutti”.

Vediamo nello specifico cosa prevede il contratto. La nuova Mobilità continua a prevedere la chiamata diretta da parte dei dirigenti e gli ambiti territoriali. La novità consisterebbe nelle scelte che potranno effettuare gli insegnanti, scelte non affidate più  al meccanismo dell’algoritmo. Larticolo 6 del contratto prevede infatti che “ciascun docente potrà redigere con un’unica domanda, fino a quindici preferenze, di cui al massimo cinque scuole, sia di ambiti diversi che del proprio ambito, sia per la Mobilità interprovinciale che per quella interprovinciale”. inoltre, viene eliminato il vincolo triennale su una scuola. Dal prossimo anno, i docenti che sceglieranno un istituto avranno la garanzia di restare in quella scuola. L’accordo prevede altresì la novità prevista nella Legge di Bilancio per il 2017, ossia il passaggio di una parte dell’organico di fatto in organico di diritto che comporta una variazione dell’organico della scuola. Inoltre, lo svincolo dai tre anni è una misura straordinaria. Tutto potrebbe cambiare il prossimo anno. Chissà cosa accadrà con il rinnovo del contratto collettivo“ del 2018.

Altra novità è che la Mobilità avrà un’unica fase per ciascun grado scolastico e consentirà a tutti i docenti, anche i neo assunti, di presentare istanza. Ed ancora, con l’accordo siglato, “La Mobilità all’interno della provincia precede quella interprovinciale: “La Mobilità professionale prevale su quella territoriale nei soli passaggi di ruolo. Nei passaggi di cattedra si segue l’ordine di priorità indicato dal docente”. Ancora nulla si sa sull’assegnazione provvisoria. Per ora c’è una pronuncia da parte della neo ministra che dovrà tener comunque conto delle decisioni della magistratura in merito ai ricongiungimenti famigliari. Per i docenti del Sud che sperano di tornare a casa dopo un anno al Nord “sarà solo questione di fortuna”, dice Di Meglio. Per il resto restano gli ambiti e il rapporto tra dirigente e docente.

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