Collodi ha fallito, se ne faccia una ragione, lassù in Paradiso dove certamente passa il suo tempo di beato a sfogliare le pagine celesti con la cronaca della Patria, illuminata a suo tempo dalle sue indicazioni pedagogiche sulle bugie dalle gambe corte
Nell’Italia dei corrotti che ne fanno uso permanente i loro nasi non crescono a dismisura come accade a Pinocchio e le menzogne sono invisibili, almeno fino a quando non sono scoperchiate dalle indagini della magistratura. I seguaci del “comico” ne fanno uso a più voci. Ha già mentito, più volte, la sindaca di Roma, indagata per abuso di ufficio e falso in atto pubblico. La Virginia pentastellata nelle ultime immagini dei Tg sembra aver abbandonato l’espressione sorridente inaugurata in concomitanza con la l’elezione a prima cittadina della capitale. Quasi a irridere chi non capiva in quale guaio piombava la città, affidata a un’incompetente.
E’ rabbuiata la Raggi e ne ha piena facoltà. Lo spettro delle dimissioni incombe sempre più minaccioso e non solo per motivi giudiziari. Nel bilancio di molti mesi trascorsi dall’insediamento in Campidoglio alla voce operatività per i problemi di Roma rimane un più che deludente zero. Non bastasse piove sulla testa della Raggi una pesante tegola. Il furbetto Salvatore Romeo, pronosticò con buon intuito e informazioni del Movimento 5Stelle la vittoria elettorale grillina e con tempismo si aggiudicò la riconoscenza della futura sindaca regalandola una polizza assicurativa di trentamila euro. Il “regalo” rivelato dal settimanale l’Espresso entra come un fulmine a ciel sereno nell’inchiesta giudiziaria e per non smentire l’empatia con Pinocchio la Raggi con commenta “Sono sconvolta, non ne sapevo nulla, ma vado avanti”.
Il vado avanti è un soliloquio recitato già in passato, avallato dal “comico”, fresco garantista e da parte dei suoi luogotenenti. Bugie su bugie e come non ricordare quelle del rampante Di Maio (e del coinquilino nel direttorio Di Battista) che ha mentito quando ha detto di non essere al corrente dell’indagine a carico dell’assessora Muraro, mentre stato informato dalla collega Paola Taverna, quando ha sostenuto di rinunciare a metà dello stipendio di parlamentare, promessa dimenticata, ha mentito a Vespa (Porta a Porta) citando dati falsi sull’efficienza dei comuni di Livorno e Parma amministrati da sindaci 5Stelle, ha mentito sull’entità delle spese sostenute per viaggi istituzionali, ha mentito negando che Renzi abbia ridotto la tassazione delle famiglie italiane, smentito dal rapporto dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese che hanno calcolato la riduzione in 7.1 miliardi di euro. Innestata la retromarcia si corregge l’idea che la Raggi si sia intristita. Non è così. All’uscita dal commissariato di polizia dove i magistrati l’hanno interrogata per oltre otto ore, la Sindaca ha detto di aver risposto a tutte le domande e ha concluso con un radioso sorriso.