Pillole di calcio. Cavani e il business

calcio-napoliCAPOCANNONIERE. “E’ difficile per il capocannoniere del campionato italiano essere riserva in Nazionale…uno vuole giocare sempre. Però, non ho mai chiesto spiegazioni quando mi hanno messo in panchina, né al Maestro (Tabarez, ct dell’Uruguay, ndr), né a nessun altro mio allenatore” (Edinson Cavani).

TABAREZ. “Abbiamo provato in allenamento con due punte ed è andata abbastanza bene, però al momento di giocare la partita, il mister ha scelto un modo diverso da quello che ci aspettavamo. Più tardi, al momento di entrare, mi ha chiesto di fare quello su cui ci eravamo allenati” (ibidem).

CALO. “Non credo che il periodo di calo che ho avuto in Italia ha avuto effetto sulle scelte di Tabarez. Perché quattro o cinque partite non possono cambiare l’immagine di un giocatore. Sono solo momenti per un attaccante e nulla di più, per un attaccante che è abituato a segnare. E per questo quando non arrivano i gol la gente inizia a parlare” (ibidem).

CRISI. “Nel periodo in cui non sono arrivati i gol, sinceramente, ero tranquillo perché sapevo che era un momento che può succedere ad un attaccante. Mi era toccato fare molti gol e mi è toccato questo momento in cui mi sono un po’ fermato con i gol. Però la cosa che più mi preoccupava e rattristava era che la squadra non faceva punti. Adesso abbiamo ricominciato a vincere a ci è tornato il sorriso” (ibidem).

NAPOLI. “Il calcio è business. A Napoli sto molto bene, ho l’affetto della gente, però non si sa dove il calcio ti può portare. Sono decisioni che dipendono anche dai presidenti” (ibidem).

MARADONA. “E’ stato un orgoglio per me che Maradona, un giocatore storico al livello mondiale e soprattutto a Napoli, ha detto che gli avrebbe fatto piacere giocare con me. Tutti sanno cosa ha fatto nel calcio. Ovviamente anche io sarei stato felicissimo di poter giocare con lui” (ibidem).

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