E’ Alessandro Cattaneo, giovane sindaco di Pavia, a vincere la particolare classifica degli amministratori locali più apprezzati dagli italiani. A dirlo è uno studio della IPR Marketing, istituto di sondaggi di opinione diretto da Antonio Noto. Il sondaggio, Governance Poll 2013, commissionato da Il Sole 24 Ore per il nono anno consecutivo, fotografa “la voglia di giovani al comando” degli italiani. Ed è proprio un 34enne, ingegnere, primo cittadino di Pavia, a guadagnare più consensi rispetto alla sua elezione avvenuta nel 2009, con un balzo in avanti del 13,6% attestandosi al 68,0%.
Seguono i sindaci di Bari (Michele Emiliano, 66,0% e +6,1%), Salerno (Vincenzo De Luca, 65,0% e -9,4%) ed Imperia (Carlo Capacci, 64,5% e -11,6%). In testa quindi, nella classifica di gradimento, un esponente del centrodestra, un sondaggio che vede però prevalere nettamente gli amministratori di centrosinistra.
Per ritrovare il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, dobbiamo però scorrere la lista fino alla 54^ posizione (nel 2012 era al 34° posto) con un valore negativo del 14,4% rispetto ai consensi ottenuti nel 2011.
Per i governatori, nelle prime tre posizioni ritroviamo Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana con il 57,0% dei consensi ed un calo registrato del 2,7% rispetto alle elezioni del 2010, Luca Zaia, governatore della Regione Veneto con un 56,0% ed un calo del 4,2% rispetto al 2010 e terzo classificato, Stefano Caldoro, presidente della Regione Campania che con il suo 55,0% registra un leggero incremento nel gradimento dello 0,7% nel 2013.
Ecco il documento di sintesi prodotto da Ipr Marketing.
I SINDACI. Un nuovo primatista tra i sindaci, e un ritorno in vetta. Al primo posto si piazza il sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo, capace di guadagnare 11 punti negli ultimi 12 mesi e ben 13,6 nel corso dei 4 anni del suo mandato. La sua vittoria riporta in cima un esponente del centrodestra in un panorama generale dominato dal centrosinistra. Al secondo posto un sindaco arrivato all’apice della propria personale relazione con la città: Michele Emiliano, ottiene a Bari il consenso di 66 baresi su cento, risultato che gli consente di concludere il mandato di primo cittadino della città pugliese con la massima soddisfazione.
Completa il podio Vincenzo De Luca, primo cittadino di Salerno che con il 65% si conferma ancora un a volta nella parte alta della classifica. Alle sue spalle irrompono due dei sindaci neoeletti: Carlo Capacci (Imperia) con il 64,5% e Valeria Mancinelli (Ancona), che conquista il 63%.
Segue, al temine del suo primo mandato, il sindaco di Trento Alessandro Andreatta che ottiene il 62%. Le difficoltà al tempo della crisi e dei tagli si fanno sentire nel risultato che in generale i sindaci raccolgono: da notare che quest’anno sono solo 10 gli amministratori che registrano un risultato superiore o pari al 60% mentre ben due sindaci su tre accusano una flessione dei propri consensi. Tra le grandi città si fanno notare Piero Fassino (Torino) che con il 58% rimane stabile nella parte alta della graduatoria, ed il neosegretario del PD Matteo Renzi (Firenze) che guadagnando tre punti rispetto alla graduatoria dello scorso anno sale al 55% e si piazza al 26° posto. Alle prese con vertenze di difficile soluzione registrano flessioni quei sindaci che negli anni scorso con il successo ottenuto nelle urne da outsider avevano fatto pensare a una possibile nuova onda civica: è il caso del sindaco di Genova, Marco Doria, che con il 48% addirittura va sotto la soglia del 50%. D’altronde dal giorno delle elezioni perde 11.7 punti.
Trend negativo anche per Giuliano Pisapia, primo cittadino di Milano. Oggi è al 51%, con una perdita di 4 punti rispetto a quando è stato eletto, e si piazza a metà classifica, al 54° posto.
Stesso livello di consenso (51%) e quindi ex aequo in 54° posizione anche per il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris che però nel corso dei primo due anni e mezzo di mandato cala di 14.4 punti.
In flessione anche il sindaco grillino di Parma Federico Pizzarotti che scende al 49%, occupando il 73° posto in graduatoria. Stesso trend negativo anche per Ignazio Marino, sindaco di Roma, che pur conservando il 56.5% dei consensi, in pochi mesi cala del 7,4% piazzandosi alla 21° posizione.
I PRESIDENTI DI REGIONE. Sorprese al vertice della graduatoria: al primo posto il Presidente della Toscana Enrico Rossi, il quale con il 57% precede il Presidente del Veneto Luca Zaia che negli anni scorsi è stato più volte vincitore, ed ora è al secondo posto con il 56%.
Segue al terzo posto la “new entry” Stefano Caldoro, presidente della Regione Campania, il quale riesce a recuperare il consenso perso negli anni precedenti e conquista il 55%.
Dietro il trio di testa, appaiati al 51%, il Presidente delle Marche, Gian Mario Spacca, e il Presidente della Emilia Romagna, Vasco Errani. Seguono Claudio Burlando (Liguria), al 50,5% e Catiuscia Marini, Presidente dell’Umbria al 48%, mentre la neo eletta Presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani si fa notare con un incremento rispetto al giorno delle elezioni del 7,6%, e sale quindi al 47%. Alle sue spalle il Presidente della Puglia, Vendola (45%), che però cala di 3,7 punti rispetto al giorno delle elezioni. Appaiati al 44% i neo eletti Presidenti di Lombardia e Molise, Maroni e Di Laura Frattura. Al 42% Giuseppe Scopelliti, Presidente della Calabria, precede i Presidenti di Piemonte e Abruzzo, Cota e Chiodi, appaiati al 40%. Lieve calo anche per Zingaretti (Lazio) che in pochi mesi perde il 2.7% e scende al 38%. Uguale consenso anche per Cappellacci (Sardegna) che a febbraio sarà impegnato per la conquista del suo secondo mandato. Infine è da notare che Crocetta (Sicilia) pur piazzandosi all’ultimo posto con il 35% dei consensi, è il secondo presidente che fa registrare l’incremento più alto rispetto al giorno delle elezioni, cioè +4,5, superato solo dalla Serracchiani (+7.6).
“Il Governance Poll di quest’anno mette in risalto come il deficit di consenso non sia solo un fattore che interessa la politica nazionale, ma anche i “municipia”– afferma Antonio Noto, direttore di IPR. E’ come se gli Italiani – conclude Noto –stessero alla ricerca di nuovi leader locali in modo tale da riproporre nei diversi territori il cambio della classe politica che sta avvenendo nel Paese”.