Il ministro Franceschini firma la convenzione con Finmeccanica per il progetto di controllo satellitare. Gli scavi saranno osservati dal cielo e da terra con un sistema di monitoraggio complementare di satelliti e sensori
Napoli, 5 aprile – Con 1 milione e 700mila euro Finmeccanica promuove Pompei e i suoi meravigliosi scavi archeologici con un progetto di monitoraggio satellitare per tenere lo sguardo vigile su tutto quello che concerne il sito, come crolli, smottamenti, le condizioni degli affreschi e pitture e anche per scongiurare furti dei reperti archeologici dal valore economico e culturale inestimabile.
Il ministro della cultura Dario Franceschini ha firmato ieri la convenzione con la Holding, che sosterrà interamente il costo del progetto, assicurandosi l’assistenza Finmeccanica per 3 anni. Saranno utilizzate le competenze di due società del gruppo, la Telespazio e la Selex ES che assicurano di far partire l’intervento tra settembre e dicembre 2014 e che utilizzeranno le loro competenze avvalendosi sia di un sistema satellitare puntato sugli scavi, sia una rete di sensori a terra che ispezioneranno lo state di salute della antica città romana.
“Si facciano avanti e non avanzino l’alibi degli ostacoli burocratici” ha detto Franceschini nell’invitare tutti quegli imprenditori che fanno parte dell’eccellenza italiana e gli “altri gruppi privati disponibili a dare una mano concreta”. L’intento del ministro è quello di poter allargare il progetto anche ad altri siti in Italia anche se ci tiene a sottolineare che l’accordo firmato con Finmeccanica “non è una sponsorizzazione ma un vero atto di liberalità”. Franceschini ribadisce che l’Italia ha “il più grande patrimonio culturale del mondo, una risorsa su cui investire per valorizzarlo come strumento per la crescita del Paese, è ciò che tutto il mondo ci invidia”.
Il ministro designato da Renzi ha sicuramente accettato la sfida della riqualificazione culturale italiana con grande determinazione nonostante le polemiche dei primi giorni dal suo insediamento che lo hanno da subito portato a Pompei per il furto di un pezzo dell’affresco di Artemide trafugato dalla casa di Nettuno e per i ripetuti cedimenti degli antichi muri che subiscono il peso del tempo proprio per l’incuria e la mancata manutenzione. In cinque anni all’interno degli scavi di Pompei si sono verificati oltre 29 crolli.
“A Pompei ci sono anni di ritardo, ma la squadra di lavoro che abbiamo messo in campo e le cose che stiamo facendo ci consentiranno di affrontare le verifiche finali a testa alta. Giudicateci alla fine” ha dichiarato Franceschini alla presentazione dell’accordo con Finmeccanica, che ha rappresentato anche l’occasione per fare il sunto del lavoro svolto fin’ora per quanto concerne il “Grande Progetto per Pompei” finanziato dalla Comunità Europea con 105 milioni di euro a patto che gli interventi si concludano entro la fine del 2015. I il generale Gianni Nistri, direttore generale del progetto ha fatto sapere che “ci sono 7 cantieri aperti, l’ultimo pochi giorni fa e altre sei gare aggiudicate più una in corso di aggiudicazione – ha sottolineto inoltre che – sono state bandite gare per 40 milioni di euro”.