Il Ministro Galletti invita la Campania ad attuare il piano rifiuti proposto all’Ue. Il problema più grave restano le ecoballe e la mancanza di impianti di smaltimento
L’Ue condanna l’Italia al pagamento di una multa di 20 milioni di euro per non aver rispettato la normativa europea sui rifiuti in Campania. Una somma “forfettaria” secondo la Corte di Giustizia dell’Ue, a cui sono da aggiungere 120.000 euro per ogni giorno di ritardo.
Già nel 2010 la Corte di Giustizia europea si era trovata a condannare la Campania in materia di rifiuti. Allora la sentenza dell’Ue accusava l’Italia di essere “venuta meno agli obblighi ad essa incombenti in forza della direttiva”. E adesso, nell’ambito del “controllo dell’esecuzione della sentenza della Corte la Commissione è giunta alla conclusione che l’Italia non ha garantito un’attuazione corretta della prima sentenza”.
In una nota pubblicata ieri si legge: “Ritenendo non soddisfacente la situazione, la Commissione ha proposto un nuovo ricorso per inadempimento contro l’Italia, chiedendo alla Corte di constatare il mancato rispetto della sua prima sentenza del 2010”. Un’infrazione che oggi, a cinque anni di distanza, si è trasformata in una multa di 20 milioni di euro. Per quanto riguarda invece la penalità giornaliera di 120.000 euro la sentenza prevede che possa essere divisa in tre rate da 40.000 euro.
“Ora la Campania deve attuare il suo piano si rifiuti che ha presentato ormai qualche anno fa all’attenzione dell’Ue”, così ha commentato la sentenza il Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti. Il Governo, infatti a gennaio ha approvato una norma per cui le sanzioni che riguardano le Regioni devono essere pagate dalle Regioni. Con questo, però, ha detto Galletti “io non voglio scaricare le responsabilità, do la massima disponibilità al nuovo governatore De Luca alla collaborazione”.
Per il Ministro la mancata gestione dell’emergenza rifiuti in Campania non sarebbe da imputare al suo ministero perché “l’emergenza rifiuti campana inizia 15 anni fa”. Per De Luca, invece, la colpa sarebbe di Caldoro e dei 5 anni di gestione precedente.
Uno scarica barile di responsabilità che non fa che dimostrare lo scarso intervento in Campania delle istituzioni, sia a livello regionale che nazionale. Dal 2007, infatti, i problemi legati alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti continuano ad affliggere la Regione e si calcola che più di 40 cause siano state portate dinanzi alla Corte europea.
A preoccupare l’Ue, che ha definito questa situazione “un pericolo per la salute umana e per l’ambiente”, sono soprattutto le ecoballe. Rifiuti storici che da anni devono ancora essere smaltiti a causa di “carenze strutturali in termini di impianti di smaltimento”. Il rischio per l’Europa è che l’emergenza campana comprometta, come si legge in una nota, “la capacità dell’Italia di perseguire l’obiettivo dell’autosufficienza nazionale nello smaltimento dei rifiuti”.